Restauro artistico di Palazzo Agosti – Ferrari (XVIII sec) sede dell’oratorio parrocchiale
Decorazioni, intonaci, elementi lapidei, sicurezza soffitti
Telgate, (BG)
02/01/2013 – 30/11/2013
L’Oratorio ha sede in quella che, dagli inizi del Settecento alla metà degli anni Cinquanta del Novecento, era stata la villa di campagna di due nobili famiglie: i conti Agosti, di origine veneziana, e i Ferrari, facoltoso casato milanese.
Il trasferimento di proprietà dagli uni agli altri avvenne alla fine della seconda Guerra di Indipendenza (1859) in seguito al passaggio del territorio dalle mani austriache a quelle sabaude.
Il palazzo, con le sue dovizie di arredi e decorazioni e il suo immenso parco, competeva in splendore con altre dimore signorili del paese. Nel 1825 furono accolti a palazzo Agosti l’arciduca Francesco Carlo e l’arciduchessa Sofia, che accompagnavano l’imperatore Francesco I nel suo viaggio nel Lombardo-Veneto. Circa un secolo dopo, nel 1937 anche il futuro papa Giovanni XXIII alloggiò nella villa, allora sotto l’egida della contessa Carlotta Ferrari. Nelle sue memorie, monsignor Roncalli ricorda di aver dormito nello stesso letto in cui si era ritemprato Napoleone Buonaparte, alludendo alla permanenza del generale a palazzo durante la seconda campagna d’Italia nel 1800.
Con la fine del secondo conflitto mondiale i proprietari ridussero progressivamente la loro presenza a Telgate, finché nel 1955 cedettero il palazzo con le sue pertinenze all’arciprete della parrocchia, monsignor Pietro Biennati. Con una serie di esosi lavori di restauro e adattamento, inclusa la trasformazione di parte del parco in campo sportivo, nel 1956 l’edificio divenne sede dell’oratorio maschile di Telgate. Mentre nell’estate di due anni dopo il palazzo scampò quasi indenne a un incendio divampato nella cascina agricola adiacente, le fiamme procurarono danni ingenti in un nuovo evento nel 1984, tanto da avviare lavori di ricostruzione e aggiornamento. Se lo scalone sfuggì alla devastazione diretta, risentì comunque degli effetti rovinosi che l’incendio ebbe nelle aree contigue e, soprattutto, di tetto e sottotetto, oltre naturalmente alle successive operazioni di riedificazione e restauro.
– STUDIO
Si è riscontrata la presenza alla sommità delle pareti di una cornice d’imposta costituita da due diversi elementi: una successione seriale di foglie dipinte a finto intaglio eseguite su di un cornicione in aggetto, al di sotto della quale è sito un fregio floreale a torciglione risalente con ogni probabilità alla seconda metà del secolo XX. A circa 1 metro dal pavimento emergevano tracce di una fascia con elementi floreali molto simili alla decorazione del fregio. Sul soffitto invece non è stato rilevato alcun elemento. Infatti il sottostante intonaco risulta essere di recente fattura.
– SEGRETERIA
La volta è ornata con medaglioni floreali, delineati utilizzando diverse gradazioni di grigio-verde, e da una decorazione seriale consistente in una banda di color violetto. Le pareti sono risultate prive di ornamenti, probabilmente in conseguenza della loro maggior esposizione agli agenti usuranti ed a trasformazioni conseguenti a cambiamenti di utilizzo della sala.
– SALA RIUNIONI
Sul soffitto si osservavano finte cornici e fasce a tinta neutra che racchiudono gruppi di campanelle dipinte a stencil su sfondo azzurro. Tale apparato decorativo, databile verosimilmente intorno alla metà del secolo XX, fu eseguito con colori a tempera. Le pareti al contrario sono prive di ornamenti.